MadFest 2020

Quest'anno c'è stata la prima edizione del festival Movies, Animation and Digital, ideato da Luciano Stella e diretto artisticamente da Marino Guarnieri (Mad Entertainement). Con una serie di eventi live su Facebook e di proiezioni in streaming, il festival ha voluto esplorare come le tecnologie digitali si incrociano con i mestieri artistici. Sono infatti stati invitati scrittori, musicisti, registi e animatori per parlare di come la tecnologia coinvolga le loro forme di espressione.

< Intervista ad Alessandro Rak >

¬ e anteprima del teaser del nuovo film di Mad Entertainement

\\ Alessandro Rak è regista, disegnatore, ha realizzato fumetti, graphic novel e installazioni artistiche. Pur avendo iniziato dal disegno su carta, Rak è passato subito al digitale, che "ha aperto nuove prospettive di esplorazione che vanno oltre la materia" e consente di avere un riscontro spesso più immediato rispetto a tecniche classiche. Lo stile però si riferisce sempre all'estetica delle tecniche classiche. Lo studio Mad Entertainement ha usato Anime Studio in passato e oggi usa Blender. L'obiettivo di Rak è quello di sperimentare con il software, capire quello che si può fare, per poi dirigere artisticamente il contenuto sfruttando a pieno la tecnologia adottata.
L'ultimo film su cui stanno lavorando è The Walking Liberty, la storia di due ragazzi persi in una giungla, un Eden terrestre dove essi possono vivere in totale libertà. Però comincia poi a comparire il resto dell'umanità, che porta con sé le problematiche, i costrutti delle relazioni sociali ed i ragionamenti, i pensieri che la società comporta. Le persone che i ragazzi incontrano sono molto diverse e il film ha così voluto mettere a confronto le semplicità e le complessità dell'essere umano.
Dalle prime immagini si nota che da L'arte della Felicità a quest'ultimo film, la qualità, la presenza di dettagli e la complessità della messa in scena è aumentata molto, grazie sia all'evoluzione della tecnologia sia alla crescita dello studio.

< Intervista a Gary Goldman >

¬ La tecnologia in animazione dagli anni '70 in poi

\\ Gary Goldman è un animatore, regista e produttore. Ha iniziato la sua carriera alla Disney lavorando su Robin Hood, Le avventure di Winnie the Pooh, Le avventure di Bianca e Bernie e Elliott il drago invisibile. Insieme a Don Bluth ha poi fondato la Don Bluth Productions, che ha prodotto grandi classici come Brisby e il segreto di NIMH, Fievel sbarca in America, Alla ricerca della valle incantata e Charlie - Anche i cani vanno in paradiso. In tutti questi film e anche altri, il più famoso dei quali è Anastasia, Goldman è sempre stato co-regista insieme a Don Bluth.
La Don Bluth Productions, convertita poi nei Fox Animation Studios, ha iniziato ad usare il digitale in Charlie - Anche i cani vanno in paradiso, soprattutto nella scena del segugio infernale che ha richiesto un grande impiego di effetti speciali. In animazione tradizionale si potevano sovrapporre solo 6 cels (o rodovetri, ovvero i fogli trasparenti in acetato di cellulosa su cui si disegnano i personaggi) sopra uno sfondo, mentre con la tecnologia successiva non si aveva più questo limite e si potevano controllare meglio gli strati sovrapposti. In Anastasia sono stati usati molti effetti visivi, soprattutto per i movimenti di camera e il compositing. Tuttavia, il costo della tecnologia all'epoca era molto alto rispetto alle più economiche carta e matita.
Tuttavia, nell'animazione CG è sempre necessario un animatore che sappia controllare il movimento e renderlo più interessante. Ad esempio uno dei primi film in CG in cui la tecnologia era stata davvero spinta al limite è Rapunzel, dove Glen Keane ha dato indicazioni molto precise in modo che le animazioni e le simulazioni dei capelli della protagonista seguissero i principi dell'animazione tradizionale e fossero belli e interessanti da vedere. C'è sempre bisogno di avere dei buoni animatori che sanno dare vita ai personaggi.

< Intervista a Bruno Bozzetto >

¬ Pilastro dell'animazione italiana

\\ Alla fine degli anni '90, Bozzetto ha realizzato il primo lavoro digitale, utilizzando il software Flash, scoprendo la meraviglia e la potenza di questa tecnologia. Soprattutto è rimasto colpito dall'efficacia delle intercalazioni automatiche, che permettono comunque di non perdere il controllo del timing (aspetto imprescindibile). L'obiettivo di Bozzetto è quello di comunicare un'idea nel modo più semplice, al di là del mezzo utilizzato, ed è rimasto così affascinato dall'animazione digitale che ha deciso di realizzare il corto Europa&Italia. Un importante vantaggio del digitale è l’immeditezza: il risultato è subito visibile, consentendo quindi di aggiustare velocemente i movimenti in base al risultato desiderato; invece tradizionalmente si aspettava magari anche una settimana prima di poter vedere il risultato di un'animazione.
Per realizzare un'animazione in tecnica tradizionale bisognava fare il disegno a matita, fare le intercalazioni sul tavolo retroilluminato, fare il delineo (cioè ricalcare i disegni) sui rodovetri, colorarli, dipingere lo sfondo, scattare i fotogrammi e unirli. Era un processo molto più lungo e laborioso di quello che si deve fare con l'animazione digitale. I rodovetri ponevano anche ulteriori limitazioni, come il fatto che non si potevano sovrapporre più di 3 o 4 livelli, il fatto che se una parte di personaggio veniva disegnata su un livello poi non poteva cambiare perchè sarebbe cambiata l'opacità e il fatto che bisognasse preparare i fogli macchina per indicare all'operatore come fotografare i rodovetri.
L'animazione 3D di oggi però si autolimita nel voler essere iper-realistica: "la gente poi si abitua a questo e dimentica il mondo meraviglioso del disegno, che è pura invenzione, che è anche fatto di errori, di sproporzioni, di deformazioni, che però sono il suo bello."
Al di là della tecnica usata però, tutto dipende da quello che si vuole raccontare. "Tutto parte dalla storia. Un disegno è un'idea con intorno una linea."

◊ Vi consigliamo di recuperare l'intervista qui (non ve ne pentirete) ↓

< Il digitale ha cambiato il modo di creare? >

¬ Maurizio De Giovanni, scrittore

\\ Interessante intervento di Maurizio su come il digitale ha cambiato la scrittura: si è passati da carta e penna a schermo e tastiera, ma non solo; il digitale ha cambiato il modo in cui si fa ricerca di fonti prima di scrivere e il modo in cui viene distribuito un libro, in forma di ebook ma anche audiolibro. In particolare, gli audiolibri consentono la fruizione di un libro ad un pubblico più ampio di lettori, come ad esempio ai non vedenti o chi guida in macchina. I blog e i social media hanno anche cambiato il modo di pubblicare contenuti e soprattutto i tempi con cui si riceve feedback dal pubblico. Il blog assomiglia ad un giornaletto, o al teatro, dove l'autore espone il proprio pensiero ad un pubblico e riceve i commenti in un secondo momento. Invece parlare sui social è come fare un discorso in una piazza: in pochi ascoltano veramente. "Nei social ognuno è protagonista, e tutti vogliono dire la loro, senza aspettare il proprio turno." Su Facebook, Instagram o altre piattaforme non è possibile l'approfondimento di un pensiero complesso, ma si riesce solo a dare messaggi per slogan. "Internet è uno strumento, è come un coltello: lo puoi usare per tagliare il pane, ma puoi anche ferire qualcuno. La colpa non è del coltello, ma della mano che lo usa."
Molte storie di Maurizio hanno seguito un percorso mediatico al di là del libro (fumetti, serie televisive), ma questo non influenza la sua scrittura. Maurizio visualizza emotivamente i suoi personaggi e li osserva da spettatore. "Già scrivere è una mediazione. La storia vera e propria va raccontata a voce. L'archetipo del racconto è quello del nonno e dei nipotini davanti al fuoco. Tutte le altre mediazioni sono ancora più a valle della scrittura." Il regista, il fonico, il compositore di colonna sonora e tutte le altre professionalità esercitano la propria autonomia creativa e mediano a loro modo la storia, che si allontanerà sempre più da quella nella mente dello scrittore.

¬ Francesco Di Bella e Dario Sansone, cantautori

\\ Raccontano la loro esperienza nel comporre e produrre un brano nel periodo di lockdown. Oggi la musica è in gran parte ibrida tra analogico e digitale: molti autori creano direttamente in digitale, mentre altri riescono con più facilità a comunicare le emozioni del brano attraverso l'utilizzo di strumenti analogici. Il digitale consente anche una maggiore flessibilità nella post-produzione, ma anche nella fase di registrazione. Non riesce però ancora a sostituire il calore e l'emozione delle performance dal vivo.

¬ Lorenzo Ceccotti (LRNZ), artista e designer

\\ Lorenzo ha creato un sistema per generare moltissimi poster del Lucca Comics in modo da esprimere il senso di comunità che si vive durante il festival. A partire da una serie di regole di composizione, tipografia, palette cromatica e abbinamenti grafici, il suo sistema ha prodotto molteplici versioni di poster, in modo che i partecipanti si inbattessero sempre in un'immagine diversa. Secondo Lorenzo, la mente digitale funziona come una mente aumentata e sconfigge i limiti della materia. Infatti, per i bozzetti utilizza il digitale che gli consente estrema flessibilità nel ricomporre, modificare ed eliminare le immagini. Per l'immagine finale invece utilizza l'analogico, in quanto carta e matita gli consentono di concentrarsi sulla qualità del disegno. L'analogico introduce anche un elemento di casualità e imprecisione che diventa un valore aggiunto.
D'altra parte la tecnologia, quando non è abbastanza sviluppata, pone dei limiti all'autore e da questi possono nascere scelte artistiche interessanti. Perdono quindi di significato le rimasterizzazioni di opere, come ad esempio remaster di videogiochi, poiché non trasferiscono nella nuova versione le sensazioni originali che l'autore era cosciente di creare. I trucchi applicati dall'autore per rimediare a mancanze della tecnologia diventano anacronistici e perdono significato.

¬ Francesco Ebbasta, regista, e Ciro Priello, attore (The Jackal)

\\ Sempre più gli spettatori sono anche essi stessi creator e i contenuti diventano sempre più volatili, però l'obiettivo resta quello di creare contenuti significativi che lascino il segno nel tempo. Visto che la tecnologia oggi consente di ottenere quasi tutto, diventa ancora più importante la storia e il messaggio che si vuole dare. "La tecnologia non regge senza una storia." Gli artisti hanno a disposizione tecnologie più avanzate e strumenti migliori, ma la parte che non è rimpiazzabile è la generazione dell'idea. La casa di produzione dei The Jackal infatti, prima di realizzare il prodotto definitivo, realizza un videoboard, una sorta di versione beta del video finale con attori occasionali, per capire se il concept, i ritmi e le inquadrature funzionano, così da arrivare sul set con le idee chiare.

¬ Massimiliano Gallo e Maria Pia Calzone, attori

\\ La tecnologia può aumentare la performance di un attore, ad esempio nel teatro si sperimenta con luci e proiettori per rendere ancora più scenografica e coinvolgente la pièce messa in scena. In certi teatri si stanno anche introducendo microfoni, che tradizionalmente non venivano accettati, e che consentono più libertà espressiva all'attore, rendendo anche un sospiro udibile al pubblico. Anche altre tecnologie, come la motion capture, portano agli attori nuove sfide e nuove opportunità di creatività.

¬ Paolo Giulierini, direttore del MANN, e Fabio Viola, game designer

\\ Per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), è stato realizzato il videogioco Father and Son, un gioco 2D a scorrimento orizzontale, ambientato a Napoli e all'interno del MANN, con l'obiettivo di raccontare queste realtà ad un pubblico internazionale con una formula interattiva e partecipativa. La storia racconta di un padre in punto di morte che manda una lettera al figlio Michael e lo invita a visitare Napoli e a scoprire il valore universale che le opere d'arte possono raccontare e trasmettere ai posteri. La tecnologia rende possibile accrescere l'informazione presente nel museo. Il coinvolgimento è precondizione per il trasferimento di un'informazione e quindi i videogiochi, che hanno maggiori potenzialità di coinvolgere il pubblico, possono essere un forte strumento didattico.

< La rassegna cinematografica >

¬ Tempi Moderni, di Charlie Chaplin (1936)

\\ Per celebrare il genio e l'innovazione di Charlie Chaplin. Sebbene il film sia del 1936, contiene già una serie di effetti speciali che sono stati realizzati con sovrapposizioni sulla pellicola. Le tecniche che sono state usate possono ancora oggi essere messe a confronto con quelle consentite dalle contemporanee tecnologie digitali.

¬ Minuscule - La valle delle formiche perdute, di Thomas Szabo e Hélène Giraud (2013)

\\ Una coccinella e una formica fanno amicizia e si batteranno per salvare il formicaio. In questo film (come anche nella serie televisiva da cui è tratto) gli ambienti sono reali e ripresi dal vivo, mentre gli insetti vengono creati in computer grafica e aggiunti in compositing. Il film è molto divertente e con contenuti molto profondi, a differenza di quello che si potrebbe pensare.

¬ La famosa invasione degli orsi in Sicilia, di Lorenzo Mattotti (2019)

\\ Tratto da un classico di Dino Buzzati e ripreso dal genio dell'illustrazione italiana Lorenzo Mattotti, creando un'estetica senza tempo. Il film è stato realizzato in animazione tradizionale e alcuni elementi in computer grafica sono stati inseriti in modo molto omogeneo. Uno stile visivo molto impattante costruito sulla solidità dei testi di Buzzati.

¬ Buñuel nel labirinto delle tartarughe, di Salvador Simó (2018)

\\ Un film biografico che parla di un momento buio della vita di Luis Buñuel, regista rivoluzionario che è stato uno dei più celebri esponenti del cinema surrealista. È stato realizzato in animazione tradizionale con una resa estetica davvero interessante. Il film è stato premiato agli European Film Awards e ha ricevuto una nomination agli Annie Awards come miglior film indipendente (ne abbiamo parlato in questo podcast).

< Cinema e fiction: un orizzonte digitale >

¬ Un panel per discutere il futuro prossimo del cinema

\\ Negli ultimi anni, il mondo del cinema sta attraversando molti cambiamenti (accelerati anche dalla pandemia). Uno dei quali è il rapporto/conflitto tra sala e streaming. Per il David di Donatello, eccezionalmente quest'anno sono state accettate candidature di film non andati in sala, ma usciti direttamente in streaming. Oggi i prodotti nascono locali, ma con l'ambizione di diventare globali. La tecnologia incide fortemente nella fruizione di contenuti e ormai lo streaming è entrato a far parte della vita quotidiana; ma sarà anche molto interessante vedere come la tecnologia influisce nella creazione di un prodotto. L'animazione è la tecnica che è sempre stata più vicina alla tecnlogia e che si è più velocemente adattata ad un mondo forzatamente e interamente digitale.

< Verso un Polo dell'audiovisivo digitale >

¬ Un panel per parlare di un'opportunità per Napoli e l'Italia

\\ Nell'ex base Nato di Bagnoli verrà creato un Polo per l'audivisivo digitale, che darà forza, opportunità e valore al settore cinematografico. Negli ultimi anni Napoli e la Campania si sono rivelate un set di grande richiamo per le produzioni televisive e del grande schermo. Il nuovo Polo avrà quindi l'obiettivo di sostenere il cinema, la produzione e la formazione di nuovi talenti in Campania. Tra gli ospiti del panel ci sono stati direttori e fondatori di alcune delle maggiori aziende di produzione audiovisiva in Campania e altrove.

\\ In conclusione, è stato un festival molto interessante, un'occasione per fermarsi e riflettere su cosa il digitale ha cambiato, sta cambiando e dove ci può portare, grazie anche a tanti e talentuosi ospiti che ci hanno fatto entrare nella loro prospettiva e fatto capire cosa il digitale significhi per la loro professione. Speriamo quindi che questa sia la prima di tante edizioni a venire e ringraziamo MADFest per averci intrattenuto e informato.

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