Making of: L'immaginario

Nel panorama dell'animazione giapponese, emerge lo Studio Ponoc di Tokyo, fondato nel 2015 da Yoshiaki Nishimura, ex produttore dello Studio Ghibli noto per i film nominati agli Oscar La storia della Principessa Splendente e Quando c'era Marnie. L'immaginario, basato sul libro del 2014 di A.F. Harrold, è il loro ultimo lungometraggio animato in 2D, una storia incantevole che esplora le complesse dinamiche degli amici immaginari. Il film è prodotto da Yoshiaki Nishimura e diretto da Yoshiyuki Momose, ex key animator dello Studio Ghibli e regista del cortometraggio Life Ain't Gonna Lose, che fa parte dell'antologia Modest Heroes, sempre prodotta dallo Studio Ponoc.

Il protagonista della storia è Rudger, un amico immaginario creato dalla giovane Amanda Shuffleup. Le loro avventure spensierate all'interno dell'immaginazione di Amanda prendono una svolta oscura con l'introduzione di Mr. Bunting, un personaggio sinistro che ha la rara capacità di vedere gli amici immaginari. Bunting non solo minaccia la sicurezza di Rudger ma rappresenta un pericolo per tutti gli immaginari, poiché li caccia per assorbirne l'essenza vitale. Quando un tragico incidente separa i due amici, Rudger deve cercare un modo per tornare da Amanda prima che la sua memoria svanisca. Nel suo percorso conoscerà però altri amici immaginari dimenticati dai loro creatori, che lo aiuteranno nella sua corsa contro il tempo.

< La storia >

Nel mondo sempre più disconnesso di oggi, è importante prestare attenzione a ciò che di solito ignoriamo o non vediamo nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo cercare ciò che non possiamo vedere e cercare di vedere come lo vedono gli altri. Dobbiamo riflettere sui pensieri degli altri, per percepire ciò che guida veramente le loro scelte. Attraverso l'immaginazione umana, possiamo comprendere meglio i pensieri nascosti, le emozioni e le motivazioni degli altri, specialmente in un mondo dove i conflitti e le incomprensioni continuano a crescere. Questa riflessione ha ispirato la creazione del protagonista del film, un ragazzo invisibile agli occhi degli altri, che simboleggia queste tematiche di comprensione e empatia non visibili.

Il cuore del film è quindi il concetto di amici immaginari, che sono essenzialmente un sistema di supporto per i bambini. A volte sono uno sfogo per la creatività, a volte sono cure per la solitudine e a volte sono meccanismi di difesa per quando la vita diventa troppo dura da affrontare da soli. Sono un'estensione dei modi in cui la nostra mente fa del suo meglio per tenerci al sicuro immaginando mondi migliori in cui vivere, persone migliori da incontrare e a volte situazioni più spaventose in modo che possiamo esercitarci a superarle per quando dovremo affrontare la realtà. Rudger è la valvola di sfogo di Amanda per superare la scomparsa del padre: con lui può tornare a vivere meravigliose avventure in mondi immaginati, proprio come faceva una volta con suo padre.

L'immaginario intreccia elementi di vita quotidiana con il fantastico: luoghi che si trasformano e prendono vita, creature fantasiose e bizzarre, e mondi incredibili paralleli. Inoltre, hanno mantenuto l'ambientazione britannica del libro per rispettare la coerenza culturale e narrativa del racconto. Il concetto di amici immaginari non è diffuso in Giappone e quindi se la storia fosse stata ambientata lì, molti spettatori giapponesi probabilmente avrebbero percepito gli amici immaginari come esseri soprannaturali, come spiriti o fantasmi.

< Il look >

Il design dei personaggi e degli ambienti in L'immaginario è stata una priorità assoluta per il team creativo, che ha lavorato per assicurare che ogni immaginario avesse un aspetto distintivo e personale. Kosuke Hayashi, il direttore artistico, ha collaborato strettamente con illustratori e designer per sviluppare un'estetica che riflettesse la diversità e la ricchezza dell'immaginazione infantile. Ogni immaginario è stato disegnato per riflettere la sensibilità unica del bambino che lo ha creato, con una varietà di forme, dimensioni e colori che evidenziano la loro unicità. Inoltre, gli immaginari sono tutti disegnati a mano (e non generati in CG) e ciò ha reso molto dispendiose alcune scene, come quella della biblioteca, ma d'altro canto ha permesso di ottenere scene uniche, vibranti e d'impatto.

Il film L'immaginario però rappresenta un connubio di tradizione e innovazione tecnologica. Infatti, Nishimura e il team hanno voluto dare un aspetto più tridimensionale ai personaggi e in generale lavorare di più con ombre e luci, per aumentare l'impatto emotivo e approfondire la storia. Lo Studio Ponoc ha quindi collaborato con lo studio francese Les Films Du Poisson Rouge, che aveva contribuito a sviluppare le tecniche di illuminazione per Klaus di Sergio Pablos. Dopo che il team di Ponoc finalizzava l'animazione, le scene venivano inviate al team francese per un passaggio finale di shading e lighting aumentati, supervisionato dal direttore delle luci dello studio Anaël Seghezzi e dalla produttrice Catherine Estévez. Questo ha allontanato il look di L'immaginario da quello tipico degli anime giapponesi e cerca di spingersi oltre quell'aspetto tradizionale per creare qualcosa di nuovo e unico.

< L'animazione >

Il supervisore dell'animazione è Kenichi Konishi, un personaggio storico dell'animazione giapponese che ha lavorato a molti grandi capolavori di Studio Ghibli, Gainax e Madhouse. Gli splendidi sfondi dipinti a mano del film, inclusi i sorprendenti tocchi di crudeltà del mondo immaginario, sono stati creati dal direttore artistico Kosuke Hayashi e Dehogallery. Lo Studio Ponoc ha quindi adottato tecniche tradizionali di animazione disegnata a mano per preservare l'aspetto classico e caloroso dello stile Ghibli, ma ha anche integrato nuove tecnologie per aggiungere effetti speciali e animazione generata al computer.

Nello Studio Ponoc, lo storyboard è solitamente diviso in quattro parti da 25 minuti circa. Quando ogni parte viene completata, il team si riunisce e discute se una scena sarà realizzata a mano o avrà elementi CG. In L'immaginario, la CG è stata utilizzata in circa il 10-15% del film, in particolare in sequenze complesse come quelle dello spazio e degli uccelli origami. Tuttavia, lo Studio non utilizza la CG solamente per semplificare la produzione, ma ha sempre l'obiettivo di arricchire l'espressione artistica del film. Nonostante la tentazione di internalizzare la produzione di CG, lo Studio Ponoc continua a farsi aiutare da studi esterni specializzati per sfruttare la loro velocità nello sviluppo e nell'applicazione di nuovi metodi di CG.

\\ Conclusione

L'immaginario è più di un semplice film d'animazione; è un invito a riscoprire l'importanza e il potere dell'immaginazione in un mondo che spesso dimentica il valore delle emozioni invisibili e delle amicizie nascoste. Con una fusione perfetta di narrazione tradizionale e innovazione tecnica, Studio Ponoc ha creato un'opera che parla sia ai bambini che agli adulti, ricordando a tutti che l'empatia e la creatività sono essenziali per superare le sfide e comprendere le realtà diverse dalla nostra. In L'immaginario, l'animazione non è solo arte, ma anche un ponte verso la comprensione profonda degli altri e di noi stessi.

Ascolta ora il podcast in cui parliamo di L'immaginario, per scoprire di più sulla storia, i personaggi e le tematiche del film!

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