Making of: Orion e il Buio

Orion e il Buio rappresenta l'esordio nel lungometraggio di Sean Charmatz, con uno script dell'acclamato Charlie Kaufman, e trae ispirazione dall'omonimo libro per bambini di Emma Yarlett del 2014. Il film racconta un'avventura spiritosa e fantasmagorica del giovane Orion, che ha paura di tutto: api, cani, l’oceano, parlare in classe e soprattutto il buio. Tuttavia, una notte, il Buio in persona gli appare, offrendogli di scoprire insieme che non c'è nulla da temere. Attraverso questa inusuale amicizia, Orion si imbarca in un viaggio di scoperta che gli farà capire cosa sia la paura.

Orion e il Buio è un film di casa DreamWorks, ma è stato prodotto da Mikros Animation nei loro studi di Parigi e Bangalore, utilizzando un approccio simile a quello adottato per Capitan Mutanda, che è stato il primo film DreamWorks con produzione esterna. A differenza dei tipici film DreamWorks, questo progetto ha avuto un budget significativamente più basso e limitazioni temporali, che hanno imposto una rapida iterazione e una precisa definizione degli obiettivi fin dall'inizio. La chiarezza nella visione del regista è stata quindi fondamentale per il successo del film. Essendo distribuito su Netflix, il film ha beneficiato della libertà di esplorare approcci più innovativi, distaccandosi dalle usuali produzioni DreamWorks per il cinema e sfruttando l'unicità dello script di Kaufman per offrire un'esperienza originale e imprevedibile.

< La storia >

Lo script di Orion e il Buio è scritto dal visionario Charlie Kaufman, noto per opere come Se mi lasci ti cancello e Anomalisa, e si distingue uscendo dai canoni tradizionali, mescolando umorismo dark e creando personaggi imperfetti e complessi. Il film esplora l'empatia e il confronto con le proprie paure attraverso la relazione tra il giovane Orion e il personaggio di Buio. Attraverso questa narrazione, Orion e il Buio parte dalla comune paura infantile dell'essere soli nell'oscurità e propone una riflessione su cosa significhi superare le proprie paure, incoraggiando l'accettazione delle proprie insicurezze come parte integrante della crescita personale. Il film insegna in modo molto onesto e diretto che va bene avere paura, ma è molto importante uscire dalla propria zona di comfort ed esplorare l’ignoto.

A un primo sguardo, la trama sembra tradizionale e prevedibile, ma il film sorprende con una svolta narrativa che rivela il racconto come una storia narrata da Orion ormai adulto e padre, alla propria figlia. Al livello tematico del superamento della paura si aggiunge quindi quello che riguarda la potenza delle storie e dei racconti: una forza creativa che ha il potere di guarire, di completare, di proiettare verso il futuro anche quando tutto appare… oscuro. Questo intreccio di storie all'interno di storie sottolinea il potere salvifico dei racconti: la narrazione diventa l’arma con cui combattere le proprie insicurezze, con cui fare fronte alle proprie fragilità. Il film ci mostra anche come le storie che si raccontano non appartengano solo al singolo ma a più persone che le tramanderanno, facendo loro assumere nuove prospettive e significati, rafforzando il messaggio del potere catartico del condividere esperienze.

< I personaggi >

Al centro della storia troviamo Orion, un personaggio con una fervida immaginazione che ha alcune paure un po’ sopra le righe, ma tante altre normali e comuni a molti bambini. Questo aspetto e il suo design semplice fanno in modo che tanti bambini possono identificarsi in lui. Ad Orion si affianca Buio, la personificazione dell'oscurità, che ha una forte presenza ed è pieno di energia, divertente e turbolento. È però un personaggio frainteso e che quindi nasconde il dolore di venire considerato spaventoso da molte persone. Dovendo rappresentare il buio e per estensione la paura, il design di Buio è ispirato al Tristo Mietitore, ma ha un viso simpatico dovendo essere un personaggio amichevole. La sua testa ha di solito una forma ben precisa ma non sempre, e quando si espande, si possono solo più distinguere gli occhi in mezzo ad una grande “macchia” nera.

Oltre a Buio, ci sono altre cinque Entità della Notte: Dolci Sogni, Sonno, Rumori misteriosi, Insonnia e Quiete. Sono personaggi di fantasia e quindi il loro design è un insieme di diversi oggetti, animali ed entità astratte. Dolci Sogni ha un design ispirato alle lampade notturne che proiettano stelle colorate nelle stanze dei bambini. Quiete è un mix tra un dente di leone e un topino. Rumori misteriosi è un incrocio tra un robot e un Sony Walkman, che quando emette un suono, lo sta semplicemente riproducendo dal nastro che ha preregistrato. Sonno è ispirata ad un orsetto peluche e ha un accento straniero. Insonnia ricorda una zanzara ed è un piccolo personaggio fastidioso che tiene sveglie le persone la notte, sussurrando loro cose preoccupanti nelle orecchie.

< Il look >

Per la realizzazione di Orion e il Buio, gli animatori hanno tratto ispirazione dallo stile acquarelloso e giocoso del libro di Yarlett, cercando di riprodurlo visivamente nel film. Inoltre per i contorni disegnati si sono ispirati allo stile di penna a inchiostro di Ronald Searle. Hanno quindi adottato linee irregolari per spezzare la rigidità degli oggetti e ammorbidito i bordi dei personaggi con tecniche di trasparenza, creando un effetto simile a quello di più colori sovrapposti in acquerello. Il design dei personaggi è stato influenzato dall'animazione in stop motion, con un aspetto che ricorda i pupazzi in plastilina, con gli occhi semplificati rispetto ai classici personaggi in CG. Queste scelte stilistiche sono state volute per conferire al film uno stile fatto a mano e naturale, visivamente un po' incompleto e lontano da una resa iper-realistica. Per arricchire l'aspetto visivo, il film include anche scene interamente realizzate in animazione bidimensionale.

Per delineare le scene nella scuola e nella casa di Orion, hanno cercato ispirazione nei primi film di Wes Anderson e nel film Juno del regista Jason Reitman che ritrae la periferia degli Stati Uniti del Midwest: questo per evocare la Philadelphia degli anni '90 e un'era cinematografica pre-digitale. Per la fotografia si sono anche ispirati ai film di Steven Spielberg, come Poltergeist, soprattutto per una scena finale, Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. l'extra-terrestre, soprattutto per le scene di Orion e Buio nella foresta.

< Gli effetti visivi >

Per le transizioni dal giorno alla notte hanno usato un effetto inchiostro che viene assorbito dalla carta. Hanno registrato molti video di gocce di inchiostro che si espandono sulla carta e li hanno usati in un mix di tecniche, a volte usando questo footage direttamente in compositing come maschera o a volte ricreando l’effetto digitalmente con modelli 2D procedurali. Hanno fatto anche molta texture projection digitale, ma tutto è iniziato con l'inchiostro vero. Questo approccio artistico è stato esteso anche al personaggio di Buio, il cui aspetto include una texture di inchiostro in movimento. Inoltre quando Buio prende il volo con Orion, gli artisti hanno utilizzato effetti volumetrici per rappresentare scie di inchiostro nello spazio, richiamando le prime pennellate che iniziano un dipinto.

Gli effetti visivi non si limitano solo al personaggio di Buio, ma anche le altre Entità Notturne emettono particelle distintive: Insonnia emette numeri simili a quelli di una sveglia, mentre Sonno emette lettere "z" che vanno alla deriva e si dissolvono. Inoltre, tutte le Entità della Notte brillano, con trame scintillanti e sabbiose che gli fluttuano intorno. Questi effetti, realizzati in Houdini, contribuiscono a creare un ambiente visivamente ricco e immersivo.

Un'altra sfida significativa per il team di effetti visivi è stata la rappresentazione delle transizioni globali tra notte e giorno, con scene panoramiche che sorvolano paesaggi e città. Utilizzando tecniche di matte painting e focalizzandosi sull'effetto inchiostro per il passaggio dall'oscurità di Buio all'illuminazione dorata di Luce, hanno creato transizioni visive impressionanti ed epiche riprese aeree. Talvolta le transizioni vengono estremizzate creando scene molto belle dal punto di vista della fotografia. In particolare, una scena chiave mostra Luce che consuma Buio: in questo caso gli artisti sono passati dalla notte all’alba utilizzando l’illuminazione volumetrica e poi hanno generato una luminosità abbagliante mentre Luce inonda il mondo di bianco. Mentre solitamente la luce è allegra e i colori sono saturi, dopo che Buio si è scoraggiato, l’ambiente diventa troppo luminoso, cosa che desatura tutto dando un tono apocalittico alle scene. È stata un risultato molto complesso da realizzare, perché volevano una luce sovraesposta e opprimente, ma che allo stesso tempo si riuscisse a comprendere comunque l'ambiente. Hanno trattato Luce come una lampadina a incandescenza, con un bagliore nel petto, e successivamente hanno usato quel colore giallo per distinguerlo dai bianchi estremi.

\\ Conclusione

Orion e il Buio si afferma come una narrazione multi-strato che esplora la capacità delle storie di affrontare e trasformare le paure. Il film, pur seguendo una trama apparentemente classica, si rivela una profonda meditazione sul potere salvifico della narrazione. Attraverso il viaggio di Orion e la sua relazione con Buio, il film ci insegna che è possibile trovare la luce anche negli angoli più oscuri della nostra mente. In un'epoca in cui il cinema d'animazione cerca costantemente di reinventarsi, Orion e il Buio emerge come un'opera che non solo intrattiene ma ispira, dimostrando che l'avventura più grande è quella di affrontare e superare le proprie paure.

Ascolta ora il podcast in cui parliamo di Orion e il Buio, per scoprire di più sulla storia, i personaggi e le tematiche del film!

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